Menti: la tradizione del vino antico incontra l’agricoltura biodinamica
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle realtà imprenditoriali che hanno segnato il Veneto (e non solo). Oggi vi portiamo a conoscere la Cantina Menti, una realtà agricola e familiare fondata su pilastri solidi come la sostenibilità, l’autenticità e la cura della terra. Situata a Gambellara, tra Vicenza e Verona, questa cantina è diventata un esempio di eccellenza nell’agricoltura biodinamica.
Con le radici imprenditoriali che affondano agli inizi del Novecento, questa famiglia tramanda di generazione in generazione i segreti del mestiere, finendo però anche per accostarli a pratiche vitivinicole innovative. Oggi, la famiglia Menti è conosciuta per i suoi vini naturali biodinamici, risultato di un’attenta interpretazione delle migliori pratiche e metodi per lavorare e produrre in simbiosi con la natura.
La loro esperienza ed evoluzione ha conquistato il nostro interesse, rendendola un caso da studiare e un modello da seguire. In questo articolo vediamo i motivi che hanno portato la cantina a distinguersi nel Museo dell’impresa storica veneta.
4 generazioni radicate nella maestria del vino antico
Oggi siamo circondati da strumenti, pratiche e tecnologie che ci semplificano la vita e il lavoro. Come si affrontavano queste sfide in passato? Non c’erano tanti macchinari avanzati né innovazioni moderne a cui affidare i risultati del proprio lavoro, soprattutto in agricoltura. Senza l’uso di prodotti chimici o pesticidi, i veri esperti erano coloro che sapevano ascoltare la terra e interpretare i segnali della natura. Erano proprio queste conoscenze, frutto di esperienza e connessione con l’ambiente, le più preziose da tramandare alle generazioni a venire.
La famiglia Menti incarna profondamente questo concetto. Radicati nelle colline di Gambellara fin dai primi del Novecento, i Menti hanno vissuto la viticoltura come un’arte che si passa di padre in figlio, fondata sull’osservazione e sul rispetto dei cicli naturali. Oltre alla tecnica, hanno sempre coltivato l’amore per la natura e la consapevolezza dell’importanza di preservare l’equilibrio del suo ecosistema, così da sintetizzare in ogni sorso del loro vino l’armonia e l’energia della terra da cui nasce.
Questa filosofia contraddistingue la cantina da sempre. Giovanni Menti, fondatore dell’azienda vitivinicola, ricevette i primi terreni dalla famiglia della moglie, inizialmente dedicati all’agricoltura generica. Con il tempo il potenziale del suolo vulcanico, un terreno ricco di sostanze minerali, venne interamente focalizzato sulla coltivazione della vite.
Nonostante le difficoltà incontrate durante gli anni delle guerre, la viticoltura non si fermò e, con il passare delle generazioni, la cantina continuò a evolversi. Dalla coltivazione delle uve autoctone come la Garganega e la Durella, alla sperimentazione di nuovi metodi sostenibili, la Cantina Menti ha mantenuto saldi i suoi valori, arrivando a incrementare la produzione dei vini secchi e passiti.
Con l’arrivo della quarta generazione, per la Cantina Menti è iniziato un percorso di sperimentazione, fino all’introduzione di pratiche biodinamiche, un approccio che ha segnato un punto di svolta per l’azienda. Nel 2010, l’agricoltura biodinamica è stata formalmente adottata in azienda, consolidando una visione fondata sul rispetto dell’ecosistema e la sostenibilità a lungo termine.
Metodi genuini senza tempo
La biodinamica è un concetto molto ampio e comprende tecniche svariate. Volendolo però sintetizzare, possiamo dire che si basa sull’interazione armoniosa tra terra, piante e animali, con l’obiettivo di rigenerare il suolo e preservare la biodiversità. In questo modo i trattamenti biodinamici servono a migliorare le proprietà genuine dei prodotti.
La famiglia Menti segue a mano ogni fase della viticoltura, dalla potatura delle piante alla vendemmia. Questo approccio implica, nel loro caso, l’uso di una serie di principi, come:
- Il ciclo chiuso, che consiste nell’allevare in loco gli animali necessari a concimare naturalmente le viti;
- I preparati naturali, come il corno letame o il sovescio, per concimare e fornire alla terra la materia organica e il nutrimento di cui ha bisogno, e prevenire la presenza di parassiti;
- Il tradizionale picaio vicentino per essiccare in maniera controllata le uve;
- L’impiego di lieviti presenti in natura.
Ogni bottiglia è il risultato di questo approccio rispettoso della natura e dell’uomo. L’azienda oggi produce circa 50.000 bottiglie all’anno, esportando i propri vini in Italia e nel mondo.
Il Museo dell’Impresa Storica Veneta celebra la passione, dedizione e rispetto per il territorio di questa azienda, un esempio di impresa storica e contemporanea. I suoi imprenditori hanno saputo mettersi in discussione, crescere e rinnovarsi, rimanendo sensibili e coerenti alla promessa fatta ai propri clienti: offrire vini autentici, nel pieno rispetto della natura.
Hai un’azienda storica da raccontare?
Entra a far parte del museo digitale delle imprese storiche Venete.